In occasione dell’ultima partita di campionato, persa contro il Rugby Cernusco, si disse che i fattori positivi dell’inizio stagione, non erano più idonei a permetterci un confronto alla pari con gli avversari di questo girone….e che avremmo dovuto modificare nell’immediato quelle opzioni di gioco non più accettabili, e quegli assetti di gioco ormai inutilizzabili, annunciando una prima fase rapida di sistemazione dei ruoli che prevedesse uno sviluppo dell’organizzazione di gioco coerente con i comportamenti e le attitudini dei giocatori e indicando comunque che tale lavoro sarebbe dipeso dalla serietà dei giocatori e dalla loro conseguente partecipazione alla vita della squadra, trattandosi di un impegno necessariamente lungo e altrettanto inevitabile…
Abbiamo modificato l’organizzazione di gioco in termini di formazione di squadra, privilegiata una forma di gioco che prevede continuità maggiore sia in asse, sia al largo e in generale una maggior mobilità distributiva in attacco e in difesa.
Siamo ancora alla definizione di questo cambiamento in occasione delle partite e soprattutto delle sedute di allenamento, per cui percepiamo appena i segnali di un miglioramento che dobbiamo perfezionare in termini di qualità e nella continuità della nostra iniziativa di gioco.
Oggi a Mantova i segnali più importanti sono venuti dalla soddisfazione dei giocatori per il lavoro svolto e da un’evidente ripresa di fiducia nelle proprie capacità. Abbiamo fatto numerosi errori tipici di ogni “cambio di passo”, quando ancora non sono affinati tutti i meccanismi del movimento di gioco; ma sono state di più le occasioni create dallo sfruttamento in velocità degli spazi, mantenendo la palla veloce.
Si sono create nella dinamica del gioco numerose situazioni nelle quali siamo riusciti a determinare improvvisi avanzamenti, forti pressioni nei momenti di contatto, da cui possesso e rilanci frequenti del gioco, oltre un utilizzo di forme di continuità diretta.
Si tratta adesso di intensificare nelle sedute di allenamento forme adeguate a consolidare le competenze individuali e il movimento generale della squadra in funzione del gioco che vogliamo venga espresso.
Al lumicino anche oggi nel numero dei giocatori, siamo riusciti a mantenere il 15 iniziale senza dover ricorrere alla panchina che offriva ospitalità a due giocatori già infortunati, difficilmente utilizzabili in termini d’efficienza.
In attacco e in difesa siamo riusciti a comporre delle trame sufficientemente efficaci cogliendo, in velocità, tempi di esecuzione e spazi di azione che ci hanno permesso di contenere gli attacchi del Mantova e di segnare cinque mete; anche le fasi statiche sono state condotte con disciplina: mischie e touche sono state interpretate e svolte senza particolari difficoltà.
L’elemento di gioco che maggiormente ha convinto è stata la partecipazione alle azioni d’attacco di ogni giocatore: tutti hanno avuto la possibilità di essere importanti per lo sviluppo del gioco, realizzando in alternanza funzioni diverse che sempre soddisfano i criteri di gioco che ci siamo imposti.
Abbiamo così generato una intensa pressione di gioco che ha caratterizzato tutto l’incontro e ha determinato, ad oggi, il miglior equilibrio tra il vissuto e le attitudini di gioco dei giocatori e le necessità tecniche imposte dalla partita.
Era importante verificare quanto la necessità di cambiare passo fosse effettivamente un'urgenza sentita da tutta la squadra e questa partita era l'occasione giusta.
Ora, ripresa la positività nel gioco e nel risultato, dobbiamo consolidare questa tendenza alzando il ritmo dell'allenamento, caratterizzando frequenza e intensità quali fattori costanti nel lavoro; contestualmente, il miglioramento delle competenze può essere lo strumento attuativo che consente la continuità del possesso e dell'avanzamento, indispensabili per mantenere l'iniziativa del gioco.