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Due sconfitte in sequenza con Franciacorta e CUS Bs denunciano una crisi di costruzione del gioco da


Non costruiamo il gioco che aveva contraddistinto la prima fase del campionato… a veder da fuori pare non esserci il necessario impulso che origina le azioni di attacco e la conseguente forza che deriva dal fatto di avviare e mantenere l’iniziativa e la conseguente pressione sull’avversario.

Due sconfitte da squadre che avevamo battuto nella precedente fase di campionato e che devono far pensare ai motivi che originano questa situazione.

Se è vero che mancano uomini che, presenti nella prima fase e oggi lontani a causa di infortuni di durata seria o temporaneamente assenti per le consuete malattie stagionali, è pur vero che l’assetto della squadra non ne dovrebbe risultare sconvolto a tal punto… e infatti il pareggio col Botticino è stato conseguito con tale struttura di squadra.

Nelle due partite (Francia e CUS) sono emersi aspetti diversi relativi alla nostra inferiorità sull’esecuzione di alcune fasi di gioco, intese come punti di forza dell’avversario…: oggi la debolezza sulle maul e il sostegno spesso in ritardo e difficilmente efficace; la volta prima, la penetrazione avversaria, efficace nel movimento generale e la difficoltà ad arginare le ripetute azioni sulla linea di difesa, senza per altro essere in grado di recuperare palla…. cosa questa che si era evidenziata anche nel girone d’andata con il Franciacorta.

A prescindere dalla poca esperienza in termini tattici e le appena sufficienti competenze a livello tecnico sulle cose da fare in certe situazioni, cui è necessario comunque metter mano per preparare una opportuna capacità di risposta, il problema è evidentemente la nostra difficoltà a creare il gioco e a supportarlo efficacemente.

La mancanza d’iniziativa e il mantenimento della medesima è dovuto ad un certo inaridirsi del gioco dei ¾ che va ricondotto alle dinamiche caratterizzanti del gioco d’attacco originario fatto da una elementare struttura che configura sempre più opzioni di gioco e da una attività dei giocatori che deve spontaneamente offrire sempre tali opzioni.

Non pensare che determinate e semplici strutture possano sostituirsi a quella dinamicità che è sempre stata una caratteristica di questi giocatori anche in U16, la convergenza e il formarsi intorno alla palla di una serie di giocatori che forniscono sia supporto in caso di tackle ma, soprattutto, il cambio nel portare la palla alla massima velocità, individuando al momento quale direzione prendere, se in asse, piuttosto che al largo, in base alle alla situazione difensiva.

Anche il sostegno è spesso delegato agli uomini di mischia in una modalità di lavoro che non è mai stata la nostra in quanto il criterio dell’intervento di supporto immediato è sempre stato imposto ad ogni giocatore vicino.

Stasera ricominciamo a pensare in quel modo…


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