Perdere la partita per indisponibilità del numero minimo di giocatori è sempre stato un rischio “storico” della nostra squadra, per il risicato numero dei giocatori che la compongono; ogni stagione sportiva era affrontata con grossi interrogativi per questa realtà.
Ma oggi non interessa sostanzialmente a nessuno di noi, perché il pensiero di tutti va ai giocatori infortunati e alle possibilità residue di poter avere un numero accettabile per le prossime partite.
Il sopravvento delle nostre sensazioni dolenti sull'evento sportivo ne minimizzano la portata, mentre prevale in tutti la consapevolezza della forza che ci tiene comunque insieme. Ogni volta con la capacità di sdrammatizzare ogni difficoltà e di guardare immediatamente ai compiti del domani.
Oggi a Sondrio si sono fatti male due nostri giocatori del 2000, Jacopo e Diego; per Diego sembra scongiurata la frattura al malleolo e potrebbe essere recuperabile, mentre per Jacopo purtroppo la frattura della clavicola è confermata con una prognosi di almeno sei settimane.
Jacopo ha la mentalità del giocatore di Rugby; ha sempre fatto fatica a trovare un posto da titolare per giocare, cercandolo con caparbietà perché l’interesse primo per lui è giocare e rimanere in campo per la durata di tutta la partita. La competizione per trovare un posto in squadra è sempre accesa e lui non può vantare prestazioni fisiche e tecniche da fuoriclasse, ma in termini di volontà e tenacia non è secondo a nessuno.
Pur di giocare avrebbe coperto qualsiasi ruolo e quest’anno non ha esitato a mettersi in prima linea, come pilone; credo sapesse che lì, pochi gli avrebbero conteso quella posizione…e lì ha giocato tutte le partite fino ad oggi.
Quando si è fatto male deve aver capito subito l’entità del danno, ma è rimasto in campo... mischie ne ha fatte ancora e in touche ha anche sollevato; poi all'ultima mischia nei nostri 22 è rimasto giù.
Quando si rialza e viene verso la panchina mi passa accanto e con espressione colpevole mi dice quanto gli dispiace dover uscire… senza una parola per sé o un lamento.
Come lui, anche gli altri sono segnati dalla tristezza, per quanto successo.
Io smetterò di allenare questo gruppo di ragazzi che ho visto crescere, ma non li dimenticherò mai..